- alessandro de lisi

L’albero dei Tutti, Gregor Prugger, 2022
Fondazione Falcone – Provincia Autonoma di Bolzano – Comune di Ortisei
Trentesimo anniversario delle stragi mafiose d’Italia – 2022, 2023

Forlì, ottobre 2023

Sempre tutto daccapo. L’opera di Gregor Prugger è sempre daccapo, ogni cosa si trasforma in un’altra, la sua ricerca poetica sottolinea come l’artificio ha origine nel naturale e poi daccapo, al contrario. L’opera finisce nel naturale, magari all’opposto da dove era iniziata nel pensiero dell’autore, come nella più spavalda spallata alla morte: Prugger sovverte, capovolge, ironizza la paura della fine nella festa alpina per l’arrivo dell’autunno, come fosse solo un altro inizio di partita.

Cresciuto nella più solida tradizione scultorea, mescola le carte, mette assieme il linguaggio contemporaneo con l’accademia, dove il realismo zuccherino degli intagliatori incontra l’aspro dell’anarchico guascone, facendone un unico elemento, come del resto è la vita di tutti e di Prugger. L’opera L’albero dei Tutti* è la più grande scultura sulla memoria della lotta alle mafie al mondo, tratta e ritratta da un albero vero, tagliato dal bosco per rinascere, seppur reciso, ogni volta esposto.
Centinaia di piccole e piccolissime statue, come gemme testarde alla fine di ogni ramo, ritraggono donne e uomini assassinati dalla mafia, che legate al tronco dallo sviluppo naturale dell’impalcato branchiale trasforma l’opera in un corallo, in un vasto susseguirsi di crocifissi laici.
Qui la retorica della reliquia, del reperto, della morte come teatro ideologico, non ha spazio, anzi l’opera e l’arte si oppongono alla compassione, spronano la reazione, l’azione, istigano il bagliore del pensiero collettivo.
L’albero dei Tutti è anche un’ampia opera d’arte sacra, dello stesso legno delle pale d’altare, delle Madonnine contadine, delle statue del Presepe di Francesco: i monumenti sono sempre stati realizzati in pietra, in marmo, in bronzo, in altezza, in possanza, inarrivabili, qui al contrario tutto è odore, è intimo contatto, è compiuto nel piccolo bacio di sfuggita del fedele accarezzato sulle gambe sofferenti di Gesù.
L’albero dei Tutti è una comunità che non molla, che rifiorisce, che si fa carico della collettività, dove lotta e fede si incontrano nel tronco e da esso ricominciano.
Anche per questo è un omaggio alla Romagna che ha reagito e che è esempio di solidarietà, così la tappa di Forlì del viaggio italiano dell’opera di Prugger è un momento speciale, un impegno, un contratto di reciproca accortezza.
Questo albero in equilibrio, come la vita sospeso tra due punti, è da considerarsi fortissimo e fragile, come certi amori che arrivano quando la vita sembra fatta di sale asciutto, che ci colgono impreparati e solo chi ha il cuore allenato alla fatica sceglie di viverli, perché certi amori, come certe memorie sarebbe uno spreco perderli.
L’albero dei Tutti è pertanto anche una zattera, riuscirebbe a galleggiare in tempeste e in risacche, nelle piene di un fiume, fino al grande mare che per noi, per chi ha la vita in salita, non ha paura di chiamare di chiamare casa.

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